Il Monte Pellegrino sovrasta imponente, da ovest, la città di Palermo.
Incastonato tra le sue rocce, altrettanto imponente, si trova il Castello Utveggio.
È stato interessato – in qualità di sede di osservazione privilegiata su via D’Amelio – dalle indagini successive alla commissione della strage.
‘Ci possono vedere a casa’, disse Paolo Borsellino alla moglie Agnese attorno a metà giugno 1992, chiedendole di abbassare le tapparelle di casa perché temeva di esser visto proprio da Castello Utveggio.
Il Castello è diventato simbolo di quella verità, offuscata e negata, sulla morte di Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Claudio Traina, Emanuela Loi, Walter Cosina e Vincenzo Li Muli.
È ugualmente e volutamente simbolica la cosiddetta «acchianata» (salita, in siciliano) al Monte Pellegrino, che il Movimento delle Agende Rosse organizza e realizza, da anni, nell’ambito delle manifestazioni in occasione degli anniversari della strage.
Passando per via Monte Pellegrino, si lascia il contesto cittadino e ci si inoltra nel sentiero che – tornante dopo tornante – consente di raggiungere il Castello (e, ancora più avanti, il Santuario di Santa Rosalia, patrona della città).
Esattamente come il cammino verso la Verità e la Giustizia è un cammino tortuoso, irto di ostacoli, faticoso da percorrere, così la nostra marcia per espugnare quel Castello.
Ogni volta è come rinnovare la promessa di proseguire in questo difficile percorso.
Ogni volta è come iniziare a pregustare quella Verità Vera che arriverà, e che sarà tanto bella e luminosa quanto lo è il panorama che, raggiunta la vetta, ci tiene incantati al suo cospetto.
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