L’impresa dopo il processo AEMILIA
di Movimento Agende Rosse, gruppo Rita Atria di Reggio Emilia e Provincia
L’Italia, nell’art. 1 della Costituzione, pone le basi per essere Repubblica democratica, fondata sul lavoro. È il risultato del referendum del 2 giugno 1946. Dopo la 2ª guerra mondiale scoppiata al culmine del ventennio fascista, la gente corre alle urne per cercare di decidere del proprio futuro. Ne ha ancora la possibilità. La guerra è finita. Distrutte le famiglie, le case, l’anima. Chi è vivo, vive, prova a ricominciare.
Una repubblica democratica fondata sul lavoro. Un lavoro che diventa sempre più concentrato nelle fabbriche, nelle imprese. Ben presto, l’impresa costituisce la stabilità economica della nazione, offrendo lavoro e reddito a una altissima percentuale delle famiglie italiane.
Ma ora a che punto siamo?
A Carpineti (Reggio Emilia) il 7 dicembre si parlerà della situazione delle imprese in Emilia, nel Nord e nel territorio di Reggio Emilia. Sono passati gli anni. Le mafie hanno iniziato un’altra guerra. Uccidendo, facendo stragi, volendo far scomparire le persone più valorose che l’hanno combattuta, solo alcuni nomi: Rocco Chinnici, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino. Una lunga, lunghissima lista di persone integre. Poi il silenzio mentre le mafie si infiltrano nelle istituzioni, nei territori del Nord. ‘La ‘ndrangheta diventa servizio’ si dirà.
Il processo Aemilia, il cui 1° grado si è svolto a Reggio Emilia, svela, anche ai più renitenti, l’attuale situazione che non è solo cambiata. È stravolta. Troppi imprenditori hanno chiesto aiuto alle mafie e qui da noi, alla ‘ndrangheta. Perché questo? Per quale bisogno? Davvero c’è stata ingenuità? Ci sono oltre a responsabilità individuali, anche responsabilità collettive? Cosa si può fare adesso? L’economia è in ginocchio.
Quell’articolo della Costituzione è davvero in pericolo. Chi si è rivolto alla ‘ndrangheta per finanziarsi, ha perso la propria azienda. Risucchiata totalmente da traffici illeciti e riciclaggio di denaro sporco. Il lavoro è sempre più precario, instabile, assente. Dall’azienda al lavoratore, alla lavoratrice, si è aperta una voragine di tal bisogno, dove la ‘ndrangheta può ancora e maggiormente agire, portando il singolo ad accettare proposte indegne. La criminalità organizzata è lì pronta e aspetta.
Il 7 dicembre a Carpineti (RE), dalle ore 14.45, in via Alpini 1, Parco Matilde si cercherà di fare il punto dell’attuale situazione rispetto all’impresa, al lavoro e ciò che ne è scaturito dal processo Aemilia. Condurrà l’incontro Enrico Tidona, giornalista della Gazzetta di Reggio Emilia, i relatori saranno: Paolo Bonacini, giornalista, inviato al processo Aemilia per la CGIL, scrittore (l’ultimo suo libro: “Le cento storie di Aemilia”); Enrico Bini, sindaco di Castelnovo ne’ Monti, già imprenditore e presidente della Camera di commercio; Marco Cassinadri, neoeletto nel Direttivo nazionale di Avviso Pubblico, la rete contro le mafie, presidente del Consiglio Comunale di Casalgrande, Responsabile del personale in una azienda ceramica.
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