di Patricia Ferreira e Guido di Gennaro
Gli studenti della scuola media Bandi di Gavorrano pubblicano una seconda pagina sul quotidiano La Nazione per la 16° edizione del «Campionato di giornalismo» intitolato «Cronisti in classe 2018».
Riportiamo di seguito il loro lavoro che è stato pubblicato lo scorso 9 marzo.
Accedendo alla pagina del quotidiano, è possibile votare il lavoro svolto dai ragazzi.
Il silenzio aiuta la mafia
Bene le iniziative per ricordare chi l’ha combattuta. Ma non bastano
IL 21 MARZO 2017, con l’approvazione unanime della Camera è stata istituita la «Giornata della Memoria e dell’impegno» in ricordo delle vittime delle mafie, che sarà celebrata ogni anno in quello stesso giorno. Noi condividiamo l’importanza di questa iniziativa, ma ci stiamo rendendo conto che non è sufficiente tenere in vita il ricordo di magistrati come Falcone, Borsellino, Chinnici per cambiare certe realtà, ma piuttosto è necessario trasformare in gesti quotidiani, in parole semplici, la loro lezione, il loro esempio. Abbiamo così deciso di andare in giro per la nostra scuola a parlare con i nostri compagni, per fare delle domande, coinvolgendo in questa nostra piccola intervista itinerante anche alcuni nostri professori. La prima classe in cui siamo entrati è stata la IIIB; abbiamo bussato alla porta un po’ intimoriti perché rispetto a noi loro sono già grandi. La professoressa di musica ci ha fatto gentilmente entrare e con voce un po’ malferma, ma con il tono di chi è consapevole di trattare cose importanti abbiamo chiesto: Cosa possiamo fare per combattere tutte le mafie, ogni giorno nel quotidiano della nostra vita?
Una ragazza molto carina ci ha risposto che dobbiamo applicare la lezione di coraggio di Falcone, Borsellino, Chinnici, tutti i giorni in ogni contesto anche se non si tratta di mafia, perché ciò che conta è combattere l’omertà in generale che permette alla mafia di resistere e proliferare; ad esempio denunciando sempre e comunque i soprusi anche quando non siamo noi le vittime. Poi è stata la volta della IIC, qui ci ha accolto calorosamente la professoressa di italiano, ma ancora più felici sono stati i nostri compagni perché hanno subito colto la possibilità di avere qualche minuto di svago. La domanda questa volta era impegnativa perché conteneva la citazione di una frase di Falcone: «La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine». Che cosa ne pensate? La risposta si fa attendere, poi con qualche suggerimento della professoressa si rompe il silenzio e ci dicono che essendo la mafia un fatto umano, visto che le cose degli uomini a partire dalla loro stessa vita, non sono eterne, anche la storia della mafia avrà un termine, ciò che speriamo con forza che per questa organizzazione non ci sia il lieto fine come nelle fiabe.
Rientrando in classe abbiamo incontrato nel corridoio un’altra professoressa di italiano a cui abbiamo chiesto: se Falcone e Borsellino potessero vedere l’Italia oggi, cosa direbbero? La risposta è stata: direbbero che se anche molto si è fatto nella lotta contro la criminalità organizzata a livello istituzionale, molto c’è da fare per restituire vigore a quegli ideali per cui sono morti e che oggi purtroppo sembrano passati in secondo piano.
INIZIATIVA
UN BRANO SCRITTO PER INVITARE TUTTI QUANTI AD ESSERE PROTAGONISTI DEL RISPETTO
E noi allora cantiamo: il rap per la legalità
PARLARE di mafia è sempre difficile, il rischio è quello di cadere nella retorica, o nel limitarsi alla narrazione talvolta asettica dei fatti, quando invece i giovani dovrebbero essere coinvolti emotivamente sul tema poiché per i ragazzi il linguaggio delle emozioni rappresenta un potente e straordinario veicolo di concetti, idee, valori. In tale ottica è nata questa canzone. Abbiamo scelto il rap perché ascoltiamo sempre con i nostri cellulari questo tipo di musica, ci risulta familiare.
«Falcone e Borsellino due grandi magistrati, combattono la mafia per l’umanità. Non scordatevi di loro sono stati due eroi, paladini coraggiosi della nostra civiltà. Chi vive nella mafia vive senza felicità, allora accendete quella radio, quella che parlava a noi, quella che il giovane Impastato ha voluto per gli eroi, eroi del suo del nostro tempo, tempo presente tempo lontano ma che se vuoi si afferra con la mano, la mano di chi porta la fiaccola della legalità e sono lui loro noi, noi non più soli nella lotta all’oscurità. La mafia è buio, nero strapiombo, la vertigine del male. Un male silenzioso combattuto con le grida di felicità di chi ha parlato e parla ancora e a parlare continuerà, per noi per loro, per chi poi verrà e leggerà sui libri di Falcone e Borsellino un’Odissea moderna, storia di persone che sembrano perbene che dicono che la mafia non esiste ma non vi fidate, non si sono fidati loro e hanno smascherato l’invenzione, invenzione di un modo parallelo fatto di menti aliene che con la paura arma sempre pronta tutto ottiene. Chi ha paura muore ogni giorno, chi paura non ha muore una volta sola, ditelo, urlatelo in ogni luogo, ditelo urlatelo con cento mille, una parola…coraggio».
MITOLOGIA
Falcone e Borsellino come Teseo
LA MITOLOGIA greca ha fornito lo spunto ai nostri compagni di IIA per riflettere sulle figure dei due Magistrati Falcone e Borsellino e sul loro operato, delineando un parallelo piuttosto efficace. Si potrebbe paragonare la mafia alla figura del Minotauro, mostro mitologico che minaccia la vita della bella Arianna, che invece simboleggia la legalità. La mafia, come il Minotauro, semina terrore e morte ed è quindi acerrima nemica della legalità e di ogni uomo che si batte in suo nome.
Falcone e Borsellino possono essere paragonati al coraggioso Teseo, che è pronto ad immolarsi per salvare la dolce Arianna, esattamente come i due magistrati si sono immolati in nome della legalità. Il tanto ricordato filo rosso con cui Arianna segue il percorso dentro il labirinto, può essere la famosa «agenda rossa» di Borsellino mai ritrovata, ma può anche essere il simbolo del buon senso di tutti quegli italiani che combattono ogni giorno per i valori di legalità e giustizia. L’immagine che ci ha più colpito sicuramente è quella del mostro, il Minotauro, con il corpo di un uomo e la testa di un toro, che ben rappresenta la spaventosità e l’aggressività dell’organizzazione mafiosa e del suo modo di operare.
REDAZIONE
LA PAGINA è stata realizzata dagli studenti Sofia Alfonso, Rebecca Biagioni, Celeste Bonanata, Leonardo Corsini, Adam Eddakille, Mohamed El Aasri, Giacomo Forlani, Francesco Giorgi, Viola Masini, Giuseppe Mazzamuto, Alessandro Milo, Giulia Montanari, Benedetta Moretti, Wissem Nfaiedh, Prisco Perugino, Benedetta Raciti, Filippo Sartoni, Rolando Liam Sexton, Marco Silveri, Mario Christian Spinelli, Giorgia Stevanato, Emma Venturi, Dragos Mihai Agafitei, Mohamed Tayachi Bejaoui, Matteo Cipriani, Irene Felici, Douaa Khouribech, Ilaria Leonelli, Daniele Malossi, Elia Manfrin, Pietro Mattu, Francesco Menale, Muiz Miniri, Sonia Montomoli, Giovanni Panardo, Cecilia Vilonna, Alessia Vitale, Giulio Alfonso, Ciro Bifolco, Alessio Borrelli, David Braile, Riccardo Fortunati, Madalina Luca Elena, Gaia Luti, Aurora Marchini, Alessia Melillo, Giulia Melillo, Elisabetta Russo, Martina Santini, Diego Sartori. Insegnanti tutor Irene Buzzegoli e Marcello Campomori, dirigente scolastica Assunta Astorino.
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