Alle dinamiche di una politica scorretta alla quale si aggiunge anche la presunzione di essere serviti anziché servire, risponde il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, figura di primissimo piano nella lotta alla ‘ndrangheta a livello internazionale, colui che segue diversi filoni di indagini importantissime che coinvolgono tutti gli ambienti, dalla magistratura alla politica, dagli amministratori agli estortori e usurai. Gratteri, all’inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte d’appello del capoluogo, esprime soddisfazione per la considerazione che ha ricevuto dall’ex Ministro della Giustizia Orlando nonché dall’attuale Bonafede, ringraziandoli per l’attenzione prestata al suo ufficio che gli dà motivo di pensare “che forse siamo credibili”.
In una delle sue interviste, però, Gratteri ci fornisce un dato che probabilmente tutti sappiamo ma nessuno ha il coraggio di ammettere, specialmente a voce alta: “Oggi la ‘ndrangheta sceglie anche i candidati, ad esempio a sindaco. Non vota più e fa votare, ma sceglie anche i candidati. Poi c’è la corsa, di molti candidati, di farsi vedere col capomafia. Io ricordo una indagine recente dove un candidato a sindaco dice ad un altro <Io basta che mi faccio vedere una sola volta sul fuoristrada del capomafia, basta che io passo una sola volta sul corso ed è fatta, io sono sindaco>.”
E poi assistiamo, inevitabilmente, a figure di amministratori spogliati da ogni compito amministrativo, rivestiti di semplici panni che scelgono altri, “quegli altri”. Assistiamo ad amministratori che pur di sedere sulla poltrona, promettono appalti, posti di lavoro, incarichi, inconsapevoli o forse troppo convinti per capire che non saranno loro a giocare bensì i soliti noti. Ma quanto può avere senso rimanere senza personalità, senza dignità, senza valori e, soprattutto, senza libertà morale e di scelta, solo per assecondare una mania di protagonismo e di falsato potere che, di fatto, nemmeno si detiene?
Nicola Gratteri dimostra, altresì, come ogni rappresentante dello Stato dovrebbe stare vicino ai cittadini, specialmente verso chi ha più bisogno, con tanto spirito di servizio e tanta umiltà: “Continuate ad inondarci di denunce, di esposti e di richieste per essere sentiti. Voi sapete che ho ormai da 2 anni e mezzo istituito un ufficio dove tutte le parti offese, le persone vessate, usurate, gli estorti, possono venire ad incontrarmi. Ricevo tutti. Il problema è che ci sono circa 300 persone in attesa di essere ricevute, ma io almeno una volta a settimana dalle 14 alle 20-21 ricevo tutti. E questo è importante, fondamentale, questa apertura dà grande fiducia alla gente. La gente ha bisogno di parlare. I calabresi non sono omertosi: i calabresi non sanno con chi parlare. Quindi continuate a denunciare, continuate a venire a trovarci, perché se nessuno bussa alla porta di un Procuratore o di un Sostituto, vuol dire che non siamo credibili. Se la gente ci cerca vuol dire che quantomeno spera, di poter risolvere il suo dramma, che per noi può essere piccolo ma per loro è la vita.” Sono più di due anni che Gratteri riceve, lo dice solo ora e solo per spingere la gente a continuare a farlo, senza dimostrare il benché minimo affanno, anzi, col sorriso e gli occhi di chi, finalmente, è riuscito a cambiare qualcosa. Aggiunge di aver trovato una situazione non facile a Catanzaro: “Ho pensato di cacciare dai corridoi della Procura di Catanzaro tutti i vagabondi e gli spioni”. E forse da qui partono gli screzi con gli altri Uffici e con la Procura Generale.
Nicola Gratteri è un rivoluzionario, ma le rivoluzioni vanno condotte tutti insieme: non commettiamo di nuovo l’errore di mandare in battaglia gli eroi migliori per poi, quando tutto va male, ripararci dietro il loro scudo o nel nostro comodo silenzio dell’indifferenza. Le rivoluzioni si fanno schierati, tutti insieme, mettendo a disposizione tutto quello che abbiamo da offrire.
Federica Giovinco
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