Servizio di Angela Caponnetto per RaiNews
“C’è un peccato originale da lavare, e se non si lava questo peccato originale, se non si lava il sangue delle stragi, non ci potrà mai essere niente di nuovo” dice il fratello del magistato ucciso.
“Se si vuole passare veramente a una terza Repubblica, bisognerebbe mettere al primo posto la ricerca della verità. C’è un peccato originale da lavare, e se non si lava questo peccato originale; se non si lava il sangue delle stragi, non ci potrà mai essere niente di nuovo”.
Così Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso nella strage di via D’Amelio assieme agli agenti di scorta, che torna anche a parlare della sparizione della famosa agenda rossa “su cui mio fratello scriveva appunti personali, supposizioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia”. Dell’’agenda, “dalla quale Paolo non si separava mai specie dopo la morte di Giovanni Falcone, e che portava con sé il giorno dell’attentato” nessuna traccia.
“Mio fratello, ne sono convinto, è stato ucciso con un piano affrettato rispetto a quella che sarebbe stata la sua eliminazione, che sarebbe arrivata in ogni caso, per mano della mafia, ma che è stata sollecitata da parte di quella politica, di quei pezzi dello Stato, che avevano scelto di condurre con la mafia una scellerata trattativa”, aggiunge Salvatore Borsellino.
Via D’Amelio 19 luglio 1992 – LA STRAGE ANNUNCIATA (1° parte)
Via D’Amelio 19 luglio 1992 – LA STRAGE ANNUNCIATA (2° parte)
Da: RaiNews
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