Il 23 Settembre 2021 la Corte Di Assise di Appello di Palermo ha pronunciato la sentenza in merito al processo sulla Trattativa Stato-mafia, ribaltando il verdetto in primo grado di giudizio del 2018.
Sono stati assolti dall’accusa di minaccia pluriaggravata a un corpo politico dello Stato (nella fattispecie il Governo della Repubblica) gli ex ufficiali del ROS MARIO MORI, ANTONIO SUBRANNI e GIUSEPPE DE DONNO perché “il fatto non costituisce reato”.
Assolto anche l’ex-senatore Marcello Dell’Utri “per non aver commesso il fatto”. Prescrizione delle accuse confermata a Giovanni Brusca. Per Leoluca Bagarella pena ridotta di un anno e i giudici riqualificano il reato in “tentata minaccia a corpo politico dello Stato”, dichiarando le accuse parzialmente prescritte. Confermata la condanna a 12 anni del capomafia Antonino Cinà.
In sostanza la sentenza dice: “La trattativa c’è stata tra Stato e mafia, ma ciò non costituisce reato”.
Assoluzioni che non sottraggono comunque nessuno alla condanna morale. La sentenza inaspettata e controversa colpisce profondamente e spacca l’Italia in due, ma soprattutto offende la memoria di chi ha perso la propria vita nella lotta contro Cosa nostra.
Da una parte c’è chi esulta e chiede pubbliche scuse agli imputati oggi assolti, nonché riabilitazione mediatica e nomine risarcitorie.
Dall’altra, si percepisce delusione ed amarezza, in modo particolare fra tutti quei cittadini che fino ad oggi non sono scesi a patti con la mafia, imprenditori e commercianti vessati dalla criminalità organizzata, ma che hanno riposto fiducia nella giustizia e nello Stato, denunciando la mafia malgrado il pericolo di pesanti ripercussioni.
Si dice che questo Paese stia perdendo la memoria. Lo diciamo spesso, ad esempio, da quando si cerca di ridiscutere ed alleggerire il 41/bis, pensando che oggi non siano più necessarie quelle misure straordinarie contro i mafiosi. Oggi forse è più corretto sospettare che si stia demolendo pezzo per pezzo la memoria, riscrivendola come non l’abbiamo in realtà vissuta.
Ma Cosa significa per il Paese questa sentenza? Quali sono oggi i punti interrogativi ancora senza risposta? Cosa sta accadendo in Italia e alla magistratura italiana? Come valutare l’atteggiamento del mondo dell’informazione e alcune affermazioni che oggi tendono a celebrare gli imputati assolti e mistificare la realtà?
Ne parliamo con SALVATORE BORSELLINO e ANTONIO INGROIA per SICILIABUONA.
da: SiciliaBuona.com
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