Nino Agostino, agente della polizia di Stato, assieme alla moglie Ida Castelluccio, incinta di cinque mesi di una bambina, vennero trucidati dal piombo il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini. Tutto avvenne davanti alla villa di famiglia, dove si stavano recando per partecipare al compleanno della sorella di Nino, furono crivellati di colpi da due sicari in motocicletta sotto gli occhi dei genitori Vincenzo ed Augusta.
Dopo 21 anni, esecutori e mandanti sono ancora senza nome e senza volto, nessuno ha pagato per l’omicidio di quella coppia di giovani sposi e della loro futura bambina. Sul fascicolo relativo alle indagini venne posto il vincolo del Segreto di Stato. Lo stesso che la commissione Granata, concludendo con notevole ritardo i propri lavori, nella sua relazione al Copasir prospetta la possibilità di prolungare oltre i trent’anni attualmente previsti dalla legge Prodi (legge 124) e sul quale in questi giorni si sono alzate numerose voci contrarie. Preoccupazioni sono state espresse ieri anche dal presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980, Paolo Bolognesi in occasione della commemorazione.